Cazul cretelor roșii și câmpia lui Scarlino

Cazul cretelor roșii și câmpia lui Scarlino



Videoclip montat de Alan Massimiliano Sciaretti. Texte de Alberto Frattini și Antonino Vella. „O plângere cu privire la cretele roșii tioxid la autoritățile competente pentru a afla dacă, fără cunoștințe, legile s -au schimbat sau dacă procesele de producție s -au schimbat sau ce deșeuri speciale s -au transformat, care nu pot fi recuperate cu proceduri simplificate, de îngrășăminte. În țară, cu numele comercial de „Agrigess”. Tioxidul în sine, atunci când în 2004 a semnat acordul voluntar cu regiunea Toscana, provincie, municipalități, ARPAT și USL. nu trebuie efectuată în zonele în care funcționează apelul de ploaie sau acviferele sunt prezente și astăzi sfătuiește toți fermierii (indiscriminabil de munte sau vale) utilizarea masivă a acestor crete !!

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One thought on “Cazul cretelor roșii și câmpia lui Scarlino

  1. Questo video già 9 anni fa era una buffonata, pieno di inesattezze e cose palesemente false, diffonderlo sui social nel 2020 oltre che masochistico è addirittura diabolico.

    Nella tabella presentata da Barocci, si parla di un limite per i solfati, per i “rifiuti destinati a recupero in procedura semplificata”, secondo il Decreto Ministeriale del 05/02/1998 (DM 98).

    Mi limito a invitare i cervelloni che hanno montato il video e continuano a diffonderlo, a leggerlo tutto il DM 98, e andare fino al paragrafo 13.6:

    Tipologia: gessi chimici da desolforazione di effluenti liquidi e gassosi [cer 061101: ovvero il codice europeo dei rifiuti associato al Gesso Chimico (Rosso) Tioxide-Venator]:

    13.6.3 Attività di recupero:

    test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto, ad esclusione del parametro solfati

    AD ESCLUSIONE DEL PARAMETRO SOLFATI

    Sui gessi rossi il test di cessione non deve essere considerato per i solfati. Dunque in quel video esprime un dato palesemente falso, molto grave. Ora vado nel merito, tenetevi forte: il gesso, che è Solfato di calcio, è OVVIO che rilasci solfati: non solo li rilascia, ma MENOMALE li rilascia, dato che il gesso viene utilizzato da circa 5000 anni in agricoltura, dai tempi di Assurbanipal, proprio perché rilascia solfati. E se si decide di classificare il gesso come rifiuto, con quel CER, e usarlo in procedura semplificata per un ripristino ambientale, non devo eseguire il test di cessione per i solfati.

    Allungo ancora la parentesi. Cosa sono questi solfati? Sono davvero così tossico/nocivi? NO. La prima fonte di solfati è l’acqua di mare che ne contiene circa 3 g/l, ovvero 3000 mg/L, anzi, 3.000.000µg per imitare quelli a cui piacciono i numeri grossi per spaventare la gente. Il mare è pieno di solfati e infatti la gente si guarda bene di andare al mare e tuffarsi perché potrebbe morire all’istante.

    Continuo.

    Che senso ha discutere sul fatto che una sostanza, classificata come rifiuto (attenzione: è il produttore che decide se è un rifiuto. Il mondo è pieno di aziende che vendono materiali che possono figurare come prodotto o come rifiuto), perché dicevo non può essere considerata anche come prodotto fertilizzante, essendo gesso?

    Perché non studiate invece di diffamare le persone che lavorano?

    L’impressione è che tanti si riempiono la bocca di economia circolare e altre amenità, senza avere la minima idea di che cosa sia l’economia circolare. Vi assicuro che non si esaurisce col buttare la carta nel cassonetto bianco, ma è una filiera immensa (e lo è sempre più), in cui le aziende di tutti i settori ricavano prodotti dalla valorizzazione di altre sostanze che possono anche essere rifiuti.

    Tra i tanti aspetti c’è anche il fatto che un sottoprodotto è per legge definito tale, se rispetta le condizioni DETTATE dalla 152/2006 (Testo unico ambientale):

    art. 184-bis del D. lgs. n. 152 del 2006: la sostanza, per essere un sottoprodotto, deve essere originata da un processo di produzione, di cui costituisce parte integrante non saltuaria, ed il cui scopo primario non sia la produzione di tale sostanza od oggetto. Deve essere poi certo che la sostanza o l’oggetto saranno utilizzati, nel corso dello stesso e/o di un successivo processo di produzione e/o di utilizzazione, senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale

    E si dà il caso che il gesso abbia quelle caratteristiche, e dunque è un prodotto, e dato che ha anche le caratteristiche del correttivo fertilizzante, è pure un correttivo fertilizzante.

    Dunque, se una sostanza è un rifiuto (per legge è il produttore che lo decide) da usare come ripristino, deve attenersi a determinati limiti (allegato 3 del DM 98), se è un fertilizzante deve attenersi ad altri.

    Di sicuro un fertilizzante non deve rispettare i limiti della acque potabili, come esposto nel video, altrimenti non esisterebbe nessun fertilizzante al mondo. Come si fa a prendere un fertilizzante qualsiasi, anche quello che comprate in bottega sotto casa, scioglierlo in acqua e anche solo insinuare che quell’acqua rispetti i limiti delle acque potabili. Ma siamo impazziti?

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